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Carrot Cheesecake per Pasqua (e per Imma!)


La Pasqua per me vuol dire più che altro l’arrivo della primavera, del primo sole, delle gemme nuove sugli alberi di casa… E non che ne sia particolarmente felice, dato che sto bene d’inverno, col freddo pungente e preferibilmente quando il cielo è coperto da gonfi nuvoloni grigi.

Quest’anno però (non so per quale ragione, ma la prendo come viene) non sono infastidita dall’arrivo delle prime, timidissime giornate tiepide, sarà perché ce ne sono state ancora poche e si alternano a bufere di acqua e vento!

Insomma di solito in questo periodo mi lamento per varie cose:

- si deve rimettere l’ora e questo mi scombussola sempre; la luce del sole si fa più forte ed io, amante del buio, proprio non la sopporto

- si deve fare il cambio degli armadi, riporre gli adorati maglioni, cosa che poi finisco per rimandare fino a Settembre, ritrovandomi con un cumulo di vestiti male assortiti e confusamente sparsi per tutta la camera

- si avvicina l’Estate, quindi la prova costume alla quale non sarò mai pronta, anche cibandomi di cremine di verdure e insalate senza olio a vita

- il mio ragazzo vorrà trascinarmi con lui a correre, o in piscina, o in bicicletta, o a fare qualche odiato altro sport

- dovrò separarmi dai miei comodi e adorati Ugg ed entrerò in crisi perché non possiedo praticamente nessun’altra scarpa, se non un paio di tacchi altissimi e delle infradito di gomma

- sul treno per l’università continueranno a tenere il riscaldamento a palla fino a Maggio inoltrato, con prevedibili e accaldanti conseguenze

- non saprò cosa indossare, mi dirò che è bene vestirsi a strati ma continuerò a sbagliare avendo sempre o troppo freddo o troppo caldo

Ok. Per fortuna non sono allergica al polline eheheh! Comunque resta il fatto che questa primavera è diversa, sto bene e la accetto volentieri, se si manterrà così mansueta!

Tutti questo delirio anti-primaverile per dirvi che questo Cheesecake mi sembra in armonia con le giornate: è colorato, fresco e ci sono le carote, il che vuol dire coniglietti, il che vuol dire Pasqua! Quindi sì, questo è un cheesecake pasquale, morbido, voluttuoso e ricco... Sì perché ho sostituito una parte del Philadelphia con del Mascarpone, che gli conferisce ancora più delicatezza!

Inoltre, dato che il risultato mi è parso davvero buono, con questo dolce partecipo allo stupendo contest di Imma: Cheesecake dal dolce al salato (mi sto ingegnando per quello salato eh, tra un po’ arriva!)



(Tratto da qui, convertito in misure europee e modificato a piacimento)

Per la base:

50 g di noci tritate (in origine Pecan, per me sono un miraggio!)
150 g di Digestives tritati (in origine Graham crackers che qui non si trovano)
40 g di burro fuso (in origine 55 g)
20 g di zucchero di canna (ho diminuito la dose e sostituito quello semolato con quello grezzo)
1 pizzico di sale
1 pizzico di cannella (perché la adoro, in origine non era prevista)

Per il filling:

2 carote di media grandezza, pelate e grattugiate
200 g di zucchero semolato (più 50 g per la cottura delle carote)
750 g di Philadelphia
150 g di Mascarpone
4 uova
Cannella e noce moscata a piacere
1 pizzico di sale

Accendete il forno a 180° e preparate una tortiera a cerniera di 22 cm di diametro; tenete pronta anche una teglia rettangolare che contenga la tortiera, per la cottura a bagnomaria.

I. Unite tutti gli ingredienti per la base, mescolate bene e ricoprite con il composto il fondo della tortiera, pressando bene con un cucchiaio; infornate per 10 minuti o finché non sarà leggermente colorata; lasciate raffreddare su una griglia per torte.

Abbassate la temperatura del forno a 160°

II. Prendete un padellino, scaldatelo con una grossa noce di burro e aggiungete le carote e i 50 g di zucchero… cuocete per 5 minuti mescolando fino a che non diventeranno belle morbide. Lasciate freddare.

III. In una ciotola montate con le fruste elettriche la Philadelphia e il Mascarpone con lo zucchero restante, aggiungendo le uova una alla volta; unite poi le carote e tutte le spezie, più il sale.

IV. Riempite la tortiera con il composto ed inseritela nella teglia (che avrete riempito per 1/3 di acqua bollente). Cuocete per un’ora e 20 minuti (il composto deve risultare compatto, si deve rassodare ma non imbrunire troppo; se dovesse colorarsi troppo la superficie, copritela con della stagnola!). Fate raffreddare fuori dal forno, sformate il dolce e tenetelo in frigo per minimo 3 ore, ancor meglio se una notte intera. Servite freddo, ma non appena tolto dal frigo!



Ehmmm... non potevo lasciare lì soletta la fetta, vi pare?

Muffins al limone e semi di papavero, dopo Paolo Conte...

Poche ciance: questo è un classico! L’accostamento limone-semi di papavero ormai non stupisce più nessuno, ma come non postare questi muffins così profumati e fragranti?



Li ho mangiati all’aperto, stamattina, accompagnati da confettura di cranberries e un bell’espresso, dato che facevo fatica a carburare…
Ieri sera ho visto Paolo Conte in concerto, eccezionale, e per tutta la notte ho sognato la sua voce calda e avvolgente, le sue parole che ti catapultano subito in un mood d’altri tempi… Insomma ho sognato in bianco e nero, sogni strani e conturbanti che lasciano intontiti…

Per ritornare al presente e ai colori, niente di meglio di questa dejeuner sur l'herbe, per sentire un po’ meno la nostalgia del miei sogni…



(tratti da Muffins di N. Negri e N. Aru, Fabbri Editore. La ricetta è quella dei muffins al limone, io ho solo aggiunto i semi di papavero!)

Ingredienti

240 g farina
80 g zucchero
2 limoni (scorza e 150 ml di succo)
2 uova
120 g burro fuso
½ bustina di lievito
1 pizzico di sale
2 cucchiai di semi di papavero

Accendete il forno a 180° e sistemate 6 pirottini su una teglia da muffins

I. In una ciotola setacciate la farina ed unite lo zucchero, il lievito e il sale; in un’altra sbattete le uova, il burro, la scorza e il succo dei limoni. Unite gli ingredienti umidi ai secchi, mescolando il minimo indispensabile.

II. Unite i semi di papavero; riempite la teglia con il composto ed infornate per 25 minuti.



Note: si possono anche glassare, ma sono buonissimi così semplici! Si mantengono per 5 giorni, ben coperti sotto un’alzatina.

Tartellette di frolla al pistacchio, mousse au chocolat e fragole


Queste tortine sono il frutto delle mie elucubrazioni mentali…
Da qualche giorno infatti l’idea di progettare e assemblare la mia personale tartelletta, quella che rispecchiasse bene i miei gusti, che contenesse i profumi che più mi appagano, mi ha ossessionato senza sosta.

Subito ho pensato al pistacchio, ma dove inserirlo? Nella base, nella farcia, come decorazione? E poi il cioccolato ovviamente! Sì, poi qualche fruttino che contrastasse il gusto avvolgente del cioccolato e risaltasse con i suoi colori brillanti.

Alla fine ho creato queste tartellette, niente di particolarmente innovativo, lo so, ma a me sono piaciute davvero tanto e assaggiatori vari dicono di aver gradito! E poi il bello è che ora mi è presa proprio la fissa delle tartellette… penso a nuovi abbinamenti, nuovi gusti da fondere insieme… Voi di solito come le preparate, o quali ingredienti vorreste abbinare?

Per la frolla al pistacchio (ispirata a questa):

170 g farina
100 g zucchero
140 g burro freddo a pezzetti
70 g di pistacchi al naturale
15 g di farina di mandorle
1 turolo
1 pizzico di sale

I. Fate bollire un po’ d’acqua in un pentolino e sbollentate i pistacchi per meno di un minuto; trasferiteli su un canovaccio, avvolgeteli e fate rotolare il canovaccio più volte, per far sì che i pistacchi si liberino dalla pellicina. Inseriteli nel mixer con lo zucchero e frullate fino ad ottenere un composto omogeneo e farinoso.

II. Mescolate il composto di pistacchi con la farina, le mandorle e il sale; create una fontana e mettete il burro al centro; sabbiate.

III. Riformate la fontana, mettete il tuorlo al centro e mescolate il minimo indispensabile a far amalgamare il composto; create un panetto, avvolgetelo nella pellicola e mettetelo in frigo per minimo un paio d’ore.

Per la mousse au chocolat (tratta ovviamente da questo libro):

125 g di cioccolato fondente
50 g di burro a pezzetti
2 tuorli
3 albumi
20 g di zucchero

I. Fondete il cioccolato a bagnomaria, unite il burro e appena si sarà amalgamato (mescolate con una frusta) togliete dal fuoco ed amalgamate un tuorlo alla volta; fate intiepidire.

II. Montate gli albumi e incorporate lo zucchero piano piano; unite il cioccolato agli albumi, mescolando dal basso verso l’alto. Riponete in frigo per almeno 2 ore.

Una volta pronti gli ingredienti, accendete il forno a 180°, stendete la frolla tra 2 fogli di carta forno e rivestiteci 6 stampini da tartelletta; bucherellate il fondo con la forchetta, foderate con carta forno e riempite di legumi secchi; rimettete in frigo per 20 minuti, poi cuocete per 15 minuti (con la pasta avanzata fate dei semplici biscotti o sbizzarritevi nel creare tartellette a vostro gusto!).

Quando le basi si saranno raffreddate, riempitele con la mousse con l’aiuto di una sàc a poche, poi disponete le fragole affettate su tutta la superficie; servitele spolverizzate di zucchero a velo se volete e consumatele in giornata, altrimenti la frolla si ammorbidirà troppo, perdendo tutta la sua croccantezza!

Bigné alla crema pasticciera



Questi bigné li ho preparati per il compleanno del mio paparino, il 5 Marzo, ma poi ho sempre posticipato la pubblicazione, un po’ per pigrizia e un po’ per mancanza effettiva di tempo!

Era la mia prima volta coi bigné e per fortuna sono stati un successo!
La pasta è risultata fragrante, asciutta ma non dura, proprio come dovrebbe essere un bigné, almeno secondo i miei gusti! Devo la perfetta riuscita a questo fantastico libro, di cui non decanterò mai abbastanza le lodi… Ogni ricetta fin ora provata è sempre venuta davvero bene, ormai mi sento di poter dire che è davvero una garanzia (oltre ad essere superlativo in quanto a fotografie!).

Dunque, come dicevo, ho preparato questi bignè la mattina del compleanno di mio Padddre e glieli ho portati a sorpresa in ufficio, per la gioia di lui e di tutti i presenti; sono uno dei dolci che preferisce, quindi sono andata sul sicuro ma certamente la preoccupazione di fallire c’era!
Invece sono spariti in un attimo ed io non ho nemmeno potuto assaggiarli, ma in compenso ho ricevuto l’elogio più importante di tutti, il più difficile da ottenere: “Carlotta, questa volta hai superato la mamma…!” EVVAI!



Ingredienti per la Choux:

120 ml di acqua
50 g di burro a pezzetti
1 pizzico di sale
75 g di farina 0
2 uova

Accendete il forno a 220° e sistemate a portata di mano una sac à poche senza bocchetta ed una teglia foderata con carta forno.

I. Mettere in un pentolino l’acqua con il sale ed il burro e portare ad ebollizione su fiamma media; appena bolle, togliere subito dal fuoco ed aggiungere la farina tutta in una volta.

II. Mescolare il composto finché non si stacca bene dalle pareti del pentolino e rimane compatto; a questo punto incorporare prima un uovo, poi l’altro.

III. Riempire subito la sac à poche con l’impasto e formare i bigné sulla teglia, ben distanziati tra loro ( io li ho fatti troppo grandi rispetto al risultato che avrei voluto ottenere, voi fate come preferite, ma mantenetevi su una forma mignon). Cuocere per 10 minuti a cielo chiuso e poi ancora 5 minuti – o fino alla giusta colorazione - a cielo aperto.

IV. Lasciar freddare su una griglia prima di farcire.



Io li ho farciti con una crema pasticciera classica, secondo la ricetta di casa, ma voi usate la vostra se preferite, oppure utilizzate una crema chantilly, o al cioccolato, o alla nocciola, insomma quello che volete!



Crema pasticciera

½ litro di latte, 6 tuorli, 120 g di zucchero, 2 cucchiai scarsi di maizena e la scorza di mezzo limone prelevata con un pela patate.

Riscaldate il latte con la scorza di limone in un pentolino e nel frattempo montate tuorli e zucchero, unendo infine la maizena. Non fate bollire il latte ma appena vedete che si forma ai lati un po’ di schiumetta, filtratelo e versatelo a filo sul composto di tuorli, sbattendo con la frusta; versate tutto nel pentolino e ritrasferite sul fuoco finché la crema non si sarà addensata; trasferite in un recipiente con pellicola a contatto e fate raffreddare.

NB: ovviamente farcite i bigné quando la crema è ben raffreddata, forandoli alla base con un coltellino e riempiendoli con una sac à poche; spolverizzate con zucchero a velo o glassate a piacere.

Meringhe (con e senza panna)




Anche queste meringhe, com’era successo per la pasta frolla, sono il fortunato risultato di un momento frettoloso e forse un po’ sbrigativo…
E sono anche un po’ datate, dato che risalgono ad un mesetto fa, precisamente alla domenica immediatamente precedente al mio esame di Letteratura americana.

Questa è la scena: pranzo della Domenica, verso le 11 di mattina, io - molto innervosita dal fatto di avere la casa piena in un giorno così delicato (che avrei passato volentieri girando per tutta casa freneticamente, a ripetere) – rapidamente mi intrufolo in cucina per sgranocchiare qualche schifoseria ipercalorica pre-esame e vedo, in una ciotola, degli albumi abbandonati.

Che fare? Lasciarli così, orfani e tristemente ripudiati da tutti? Come ignorare questa cattiveria? Eppure non posso certo mettermi a cucinare, il giorno prima dell’esame… Non è eticamente rispettabile! E poi ammesso che decida di cucinare, cosa preparare? No le meringhe no, dai, sono difficili, non riescono quasi mai e la cottura è lunghissima!

Questi pensieri si affollavano nella mia mente mentre le mie mani avevano già acceso il forno, sistemato le teglie e pesato lo zucchero.

Dunque per gli ingredienti ho fatto un po’ ad occhio, seguendo le regole base delle meringhe: ho pesato gli albumi (180 g) e da lì ho pesato il doppio di zucchero semolato (360g); da qualche parte ho letto di non usare assolutamente lo zucchero a velo, qualcuno sa spiegarmi perché?
In più: 1 cucchiaio di aceto di mele (o succo di limone), per scongiurare eventuale puzzo di uovo persistente anche post cottura (come è successo a me nei precedenti tentativi).

Procedimento:

I. Accendere il forno ventilato a 130° e preparare una grossa teglia foderata con carta forno; preparare anche un sach a poche con una bocchetta rigata (o quella che preferite).

II. Nella planetaria, o con una frusta elettrica, montare gli albumi e quando avranno iniziato a schiumare incorporare lo zucchero, a poco a poco… Una volta unito tutto lo zucchero, continuando a montare, aggiungere il cucchiaio di aceto/limone; montare fino a che, mettendo la frusta in verticale, il composto risulterà fermissimo e formerà il cosiddetto becco.

III. Riempire il sach a poche con il composto e formare delle meringhe (l mie forse sono un po’ troppo grosse, ci devo ancora prendere la mano)

Cottura: ho seguito quella proposta da Santin: a 130° per 45 minuti a cielo aperto (cioè inserendo un mestolo di legno nello sportello per tenerlo semi aperto, facendo così uscire l’umidità) e poi a 150° per 15 minuti, a cielo chiuso (cioè con lo sportello chiuso). Ne sono risultate meringhe perfettamente asciutte e profumate, d’altra parte Il Cuoco Nero è una garanzia, no?



Una volta freddate ho montato della panna fresca e le ho farcite a 2 a 2, servendole con il caffè a fine pranzo. Il giorno dopo l’esame è andato benissimo, dunque le meringhe mi hanno portato fortuna!



Banana Bread di Valentina Gigli



Oggi è il compleanno del mio babbo! Ho deciso di fargli una piccola sorpresa gastronomica che vi svelerò nei prossimi giorni, speriamo bene (dall'odore che sprigionava il forno comunque sembrava procedere tutto secondo le regole!).

Intanto vi lascio una ricetta collaudata, un Bread di Valentina Gigli.
Dopo quello alla vaniglia, che avevo preparato per la prima volta, vi presento un cake che ormai è diventato un classico per la colazione della mia famiglia: quello alla banana.

E' davvero semplice da preparare ma soprattutto verrete invasi da un profumo intensissimo e persistente, accentuato poi dalla cioccolata fondente, fusa su tutta la superficie del dolce.... A colazione è il massimo, con un bell'espresso macchiato!

Ingredienti:

150 g zucchero semolato (io metto metà semolato e metà di canna)
120 g burro fuso
2 uova
200 g banane (frullate o a pezzetti)
170 g farina 00 (anche qui si potrebbe provare a metterne una parte integrale, tipo 70 g)
1/2 bustina di lievito
qb di cannella

+ 50 g di cioccolata fondente al 50% cacao, sciolta a bagnomaria

I. Mescolate con la frusta zucchero e burro, aggiungete un uovo alla volta, poi le banane e mescolate bene.

II. Incorporate al composto la farina setacciata con il lievito e la cannella, un poco alla volta; versate in una teglia da plumcake foderata di carta forno e cuocete a 180° per 30 o 40 minuti.

III. estraete il bread dalla teglia quand'è tiepido, mettetelo su una griglia e versate la cioccolata fusa sulla superficie, "schizzandolo" con una forchetta o una spatola.


Vellutata di zucca, carote e porri + sformatini di zucca e Parmigiano

Quando torno dall’università, la sera, mi viene sempre voglia di verdure…
O meglio non è una normale voglia, bensì un vero e proprio bisogno, una necessità.

Perché dopo una giornata intera fatta di caffè trangugiati all’infinito e senza sosta, budini di riso caldi del panettiere di fiducia e svariati panini/pizze/focacce (sempre troppo grossi e troppo unti, ma ovviamente irresistibili), la cena si trasforma nel triste momento dei rimorsi e degli esami(ni) di coscienza.

Allora ieri sera mi sono buttata sulla zucca, che mi sembrava la più materna tra le verdure, sempre pronta ad accogliermi, seppur amaramente consapevole dei miei peccati.
Ne avevo un bel pezzo, succoso e polposo, così l’ho diviso: con una metà ho preparato una calda e confortevole cremina, con l’altra ho improvvisato degli sformatini che sono risultati ottimi, davvero da replicare.

E dopo una cenetta così leggera e depurativa, la mia coscienza(ina) ha smesso di tormentarmi ed ho potuto godere di sogni felici.

Vellutata di zucca, carote e porri



Ingredienti:

2 o 3 carote lavate, pelate e tagliate a dadini
1 grosso porro lavato e affettato a rondelle sottili
300 g di zucca lavata e tagliata a dadini
1 l di brodo vegetale (non salato) o acqua
sale, pepe nero e noce moscata

I. Mettere una pentola con un filo d’olio a scaldare e buttare il porro: lasciar imbiondire, aggiungere un mestolo di acqua o brodo e lasciar ammorbidire la verdura (a pentola coperta) per pochi minuti

II. Unire le carote e la zucca, far tostare qualche minuto, poi coprire il tutto con il restante brodo o acqua calda;unire sale, tanta noce moscata e pepe nero; lasciar cuocere a fuoco lento per 30/40 min, o finché le verdure non sono tutte belle morbide; frullare con il minipimer.

Sformatini di zucca e Parmigiano



Qui non c’è una vera e propria ricetta: lessate la zucca (250 g), scolatela, frullatela al minipimer ; nel frattempo accendete il forno a 200° ed imburrate 6 stampini da sufflè; unite alla zucca 1 uovo, qb di parmigiano grattugiato, qualche cucchiaio di latte, uno di maizena, una noce di burro, sale, pepe e noce moscata; riempite gli stampini, posizionateli in una teglia con dell’acqua calda e cuocete in forno per circa mezz’ora, o finché non si saranno rappresi; rimangono vellutati e leggeri, ma saporitissimi!
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Dalla parte dei pasticcini by Carlotta Ercolini is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 2.5 Italia License.
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